martedì 23 aprile 2013

il FUTURISMO

Secondo appuntamento della storia del design italiano!

F. Cangiullo : "Non avete mai osservato come sono immobili i vostri mobili? I miei mobili saranno parlanti, allegri e non vi romperanno le scatole".

La scorsa volta ci eravamo occupati del Liberty, il primo movimento novecentesco innovativo, ma ancora legato ad una tradizione più antica.
Oggi ci occupiamo di quella che può essere considerata la svolta italiana, un movimento d'avanguardia che nasce e vive dello spirito di rinnovamento che permea i primi decenni del XX secolo del Belpaese. Stiamo parlando del Futurismo!

Zang! di F. Cangiullo

Come vero e proprio movimento d'avanguardia, il Futurismo si connota di attivismo, antagonismo, gratuità eversiva, antipassatismo, tecnicismo, agonismo, nichilismo, ironia, iconoclastia, auto-réclame e simili. Insomma, una forma di contestazione globale verso il passato.
Documento fondante, oltre al noto Manifesto futurista del 1909 di Marinetti, pubblicato su Le Figaro, il Manifesto dell'Architettura Futurista, pubblicato da Sant'Elia nel 1914. (Se siete interessati, a Como c'è una bellissima mostra sull'argomento).
A questo, nel 1920, Francesco Cangiullo si ispira per il suo manifesto "Il mobilio futuristico, mobili a sorpresa parlanti e paroliberi".

Paravento di G. Balla


Nonostante il forte spirito di rinnovamento, il futurismo non diede una forte
spinta al design italiano, ma si limitò piuttosto al mondo dei "complementi d'arredo", con solo qualche ardita sperimentazione, come quella di Cangiullo, nel campo del mobile. L'attività dei futuristi si limitava infatti ad una produzione artigianale, senza porsi il problema della produzione in serie. Non è inoltre da dimenticare il fattore gusto, che ha bisogno di tempi più lunghi di pochi anni per cambiare. Se il progresso poteva essere tranquillamente teorizzato e esposto in numerosissimi manifesti, era ben più difficile portarlo nei prodotti quotidiani e nelle case della gente comune.

Mobile per sala da pranzo di G. Balla
I maggiori artisti impegnati in questo campo furono sicuramente Balla, Depero, e Cangiullo. Aggiungiamo Arnaldo Ginna, che ben esprime quello che il movimento voleva dal mondo dell'arredamento: "bisogno di ultramodernismo originale, di igiene, di eleganza, di emozione sintetica". Nicola Galante introduce il concetto di "indissolubilità del rapporto forma-funzione", Prampolini e Recchi fondano la Casa d'Arte, che nel 1919 propone una mostra di mobili e complementi.
Questo concetto plastico si esprime soprattutto attraverso la realizzazione di oggetti originali, manufatti semplici con decori stravaganti e liberi, sempre nel segno del movimento e della velocità.

Una storia originale, che racconta molto sull'accoglienza di quest'arte nel nostro paese: Balla realizzò l'arredamento di casa Löwenstein a Düsseldorf, basansosi su quella "compenetrazioni irridescenti" che rappresentano una delle prime manifestazioni di arte astratta in Europa. Replicata la camera da un entusiasta produttore italiano, essa non fu però mai venduta.


In conclusione: anche se in campo pratico il futurismo non ha prodotto risultati tangibili, la sua spinta teorica ha un ruolo notevole nello sviluppo delle correnti successive, come ad esempio il Razionalismo o l'Art Déco.





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