Si è conclusa ieri a Milano la 52^ edizione del Salone del Mobile, con numero da record, tante belle proposte e propositi e un umore un poco altalenante.
Ecco i numeri:
- 324.093 visitatori, di cui 285.698 operatori del settore.
- 160 paesi presenti, gli stranieri hanno rappresentato il 68% delle presenze.
- 2500 espositori.
- 200mila mq di stand, divisi in 22 padiglioni e 4 settori.
A voi le considerazioni del caso... Cosa ne pensate?
Senza dubbio la presenza di così tanti stranieri sottolinea il carattere internazionale della manifestazione, ma manifesta anche un certo cambiamento nell'industria: il Made in Italy ha bisogno più che mai di internazionalizzarsi, di saper coinvolgere a livello globale i consumatori. Le aziende italiane devono imparare a parlare diverse lingue, a sapersi confrontare con realtà molto diverse ma anche stimolanti... e il cambiamento sta avvenendo più per necessità che non per volontà.
Ma attenzione all'export: come già detto negli articoli precedenti, va prestata una particolare attenzione a come muoversi! Un interessante articolo di pochi giorni fa sul Sole24Ore analizza la problematica dei dazi; il problema fiscale è stato anche l'argomento dell'intervento del neoeletto governatore della Lombardia.
La presenza degli stranieri fa infatti riflettere anche, al contrario, sulla non-presenza degli italiani: il Salone è stato il palcoscenico del malessere del settore arredo in Italia, che attraverso la voce del presidente di Federlegno R. Snaidero, chiede una mano alla politica italiana.
Ma guardiamo anche in altre direzioni.
Se la crisi in campo economico-finanziario è fortemente avvertita, in campo artistico e creativo l'Italia mantiene ancora il suo primato e Milano si dimostra la piazza migliore per le nuove idee di design. Parole
d'ordine di questa edizione dei saloni sono state sostenibilità, artigianalità e funzionalità.
Nuovi designer e già acclamati artisti hanno avuto l'occasione di presentare i loro progetti dentro e fuori il salone e il numero impressionante di eventi è la testimonianza che la vena creativa è lontana dall'essere estinta dal malessere economico. Certo, si sta orientando su prodotti magari più facilmente "vivibili", ma con un valore artistico preponderante.
Gli artigiani, come CN, sono stati fortemente rivalutati dal bisogno di personalizzazione e di attenzione che i designer chiedono, ma faticano ancora a porsi nell'ottica internazionale a cui abbiamo accennato prima.
Insomma, un salone che rispecchia pienamente i nostri tempi... o no?
La presenza di stranieri ha dato respiro anche ad altri settori!
RispondiEliminaL'estero non è la soluzione alla crisi, è la conseguenza di un cambiamento di mercato... Leggete qui: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-04-16/dalloriente-spinta-design-italiano-064236.shtml?uuid=AbCtJfnH
Certo... però le notizie fuori Italia non sono sempre positive... Ecco cosa dicono oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-16/cina-rallenta-primi-mesi-063923.shtml?uuid=AbP2HfnH
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