mercoledì 30 ottobre 2013

Diamo tempo al tempo (degli imprenditori)!

Il tempo è denaro, si dice.

Bene, è giunto il momento di sfatare questo mito.

Tempo e denaro sono RISORSE completamente diverse, assimilabili solo in fatto di importanza. Ma se, da una parte, di denaro è sempre possibile averne di più (con un po' di fortuna, tanto impegno e tanto TEMPO!), il tempo è la risorsa più limitata e quindi PREZIOSA di cui possiamo disporre.
Lo sanno specialmente bene i nostri imprenditori, che devono saper gestire non solo il loro tempo, ma anche quello di tutti coloro che sottostanno alle loro direttive.
La gestione di questa risorsa passa principalmente dalla definizione di IMPORTANZA e URGENZA della questioni da valutare. Queste variabili sono infatti alla base di tutte le tecniche di time management.

La domanda che vogliamo farci, però, non è: e che cosa sono queste tecniche?? O almeno, non ce la faremo ora.
Per una volta facciamo una "lezione al contrario": tralasciamo la parte di teoria e di tecniche di time management (approfondiremo con i sig.ri Gantt e Einshower la prossima volta) e vediamo cosa succede sulle scrivanie fuori dall'Italia. Che approccio hanno i grandi manager a una questione così spinosa?

Molte volte accade che il lavoro entri così a fondo nella vita di questi signori che tutto quello che fanno (vacanze, weekend, serate) ne è affetto. Il rischio è di "esaurirsi" e divenire "workhaolic", cioè dipendenti dal lavoro, nel peggiori dei casi.
Per evitare sistuazioni del genere, o semplicemente per vivere serenamente il weekend con i propri figli e moglie, marito, compagnia, amanti, occorre organizzare il proprio lavoro, ma soprattutto il proprio STAFF in maniera intelligente. Cosa fare quindi del proprio tempo?

Innanzitutto lavorare sulle idee e sulla programmazione del lavoro: una buona idea e una bella strategia sono
un metodo sicuro per agire in modo veloce e senza perdere tempo.
Un buon leader deve avere la capacità di comunicare queste idee al suo staff e deve assicurarsi che esse siano capite e attuate.
L'imprenditore deve quindi scegliere bene il suo staff: gran parte del tempo è dedicato ad assunzioni, licenziamenti o anche solo semplici incontri. In tutte queste occasioni l'importante è avere bene in mente dove si vuole arrivare e come e essere capaci di ascoltare le persone che ci stanno di fronte. Proprio da loro potrebbero inaftti nascere delle nuove idee, che alimenteranno un nuovo ciclo di innovazioni.
Queste riunioni possonono rivelarsi, al contrario di quanto sopra, dei buchi neri del tempo: troppo persone, persone sbagliati o orari sbagliati riescono a trasformare una riunione, indetta per trovare una soluzione, in una neverending story del problema da affrontare.,

E voi riuscite a organizzare bene il vostro tempo?

martedì 15 ottobre 2013

Lo stile degli ANNI 50

F. Albini - Luisa
Nel 1952, il "Manifesto per il disegno industriale", pubblicato sulla rivista Domus, recita:
«per il gusto, per l’estetica della produzione (…) soprattutto per la nostra Italia (…) la cui vocazione è sempre stata (e meravigliosamente sempre sarà, per grazie divina) quella di «creare il bello».
Nasce così l'ITALIAN STYLE nel campo del design.

Dopo la seconda guerra mondiale, la ricostruzione opera principlamente su due fronti: quello edile e quello dell'arredamento.
C'è quindi un'atmosfera di frenetica attività, con molti prototipi e tanti prodotti, che, sviluppandosi in questi anni, rimarranno però sul mercato molto più a lungo.

M. Zanuso - Lady
Gli anni '50, per la storia del design italiano, non si caratterizzano per una tendenza dominante, bensì possiamo ritrovarci l'azione di numerose altre tendenze precedenti e un sommario di quelle successive. Neostorico, neoliberty, hightech, razionalismo, arte povera, minimalismo e pop design trovano qui le loro radici più profonde.

Rimane la dicotomia del design italiano che ha caratterizzato il periodo precedente, anteponendo l'"orgoglio della modestia" al "lusso necessario". Se quelli che possono essere chiamati "mobili ricchi", riconducibili alla seconda categoria, vedono più il loro sviluppo dagli anni '60, l'arredamento più "povero" vede in questo decennio la realizzazione di importanti esempi. Uno per tutti: la Superleggera di Giò Ponti, disegnata nel 1955. In questo periodo sono attivi designer i cui prodotti sono presenti ancora oggi sul mercato, come Dominioni, Albini, Zanuso, Borsani, Gardella...
G. Ponti - Superleggera
Gli anni di frenetica attività creativa sono affiancati dalla creazione di istituzioni di grande importanza co l'ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e il premio Compasso d'Oro.

Cosa ci lasciano gli anni '50?
Un'eredità infinita di modelli e di idee che, come già scritto sopra, daranno vita a molte delle tendenze degli anni successivi. Ci lasciano il gusto industriale della realizzazione di qualità, che potete sempre trovare qui da noi, in CN Arredamento Design!

mercoledì 2 ottobre 2013

MADE 2013: ripartire dal costruire


Apre oggi le sue porte la sesta edizione del Salone che ogni anno porta a Milano le più recenti innovazioni in fatto si architettura, design ed edilizia. Si presenta in una veste rinnovata, con sei saloni verticali, specializzato ognuno in un tema particolare. Non solo specializzazione, ma anche internazionalizzazione e biennalità, sono le grandi novità portate con l'edizione 2013.

I temi cardini di questa edizione saranno la riqualificazione urbana, il risparmio energetico, la prevenzione antisismica, il rilancio del mondo della progettazione, la tutela e la manutenzione del territorio, che si svilupperanno non solo in aree espositive, ma anche in incontri, possibilità di confronto e iniziative collaterali.

Uno dei punti di riferimento sarà lo Smart Village 2013, costruito in collaborazione con Edilportale, che presenterà ai visitatori lo stato dell'arte in materia di architettura sostenibile ed efficienza energetica.




Qui in CN siamo sempre stati convinti che l'innovazione e il rinnovo dei sistemi nel costante rispetto dell'ambiente e dell'uomo siano le chiavi per uscire dalla crisi; questo evento lo conferma, presentando una grande varietà di innovazioni utili e di basso impatto.
Costruire, imparare a costruire in un modo rispettoso e intelligente, per noi stessi e per gli altri, è qualcosa che non crea solo qualcosa di nuovo fuori da noi stessi, ma, come diceva J. Rohn: "Qualunque buona cosa che noi costruiamo, alla fine è lei che costruisce noi.".

 "Whatever good things we build, it ends up building us."