lunedì 26 novembre 2012

L'IMPIALLACCIATURA

Ecco il secondo degli articoli tecnici: oggi parleremo dell'impiallaciatura, quell'utilissimo processo che vi permette di avere mobili restistenti, belli e stabili ad un prezzo più contenuto dei mobili in massello.
Come si fa? Ma semplicissimo.

Prima di tutto andate a rivedervi il capitolo della tranciatura dell'essenza, che vi spiegherà come si passa dall'albero vero e proprio all'impiallacciatura, in modo semplice e chiaro.
In secondo luogo, un chiarimento é necessario: il termine impiallacciatura deve riferirsi solo al rivestimento fatto col tranciato di legno (detto appunto piallaccio) e non a tutte le ricoperture di legni non pregiati. Queste infatti possono essere anche fatte con resine melamminiche, di cui parleremo sicuramente, ma non ora.

Domande?
Ora possiamo vedere cosa succede al nostro foglio di legno tranciato. Una volta pronto, viene essiccato meccanicamente e a volte anche appositamente stirato, proprio come vostra mamma (o vostra moglie) farebbe con le vostre camicie, in modo che quando le indossiate non si vedano tutte quelle terribili d inestetiche pieghette.
I forgli devono poi essere sottoposti ad una intestatura e a una rifilatura, cioè a dei tagli parpendicolari e paralleli alla vena del legno per rendere i bordi omogenei.


 Ora che i fogli sono pronti, possono essere giuntati tra di loro, in modo da ottenere pannelli più grandi. L'aggintura avviene "a filo", "a colla" e "a carta". Nel primo e nel secondo caso, il filo termocollante o la colla uniscono i bordi tra di loro, mentre il terzo metodo è quello utilizzato per gli intarsi, quindi per unire diverse essenze e creare un disegno.
In ogni caso, la precisione è essenziale. Il disegno creato dalle venature del legno dipende infatti dal modo in cui questi fogli vengono incollati tra di loro: a libro, a correre... Qui a finaco alcuni esempi.


Questi fogli vengono poi incollati con speciali colle e appositi attrezzi ai pannelli di legno meno pregiato.






Il risultato?
 Mobili stabili, con minori rischi di attacchi di tarli e più omogenei nella produzione in serie, con la possibilità di una cura e scelta del disegno delle parti in legno pressoché infinita, limitata solo dalla nostra immaginazione (e dal progresso della tecnica).

Senza contare che si sta anche attenti all'ambiente, poiché si riescono a realizzare molti più mobili, respondendo alle esigente di uno sfruttamento eco-compatibile delle risorse legnose.


Una curiosità: l'impiallacciatura è utilizzata fin dal Rinascimento. Ovviamente non esistevano le macchine di adesso e le lastre di legno erano molto più spesse. Questa loro caratteristica può essere utile per individuare l'epoca di costruzione del mobile ed evitare di acquistare falsi!




martedì 20 novembre 2012

G.Ma.P 1.0 ovvero: guardiamo lontano!


Abbiamo già affrontato in questo blog l’argomento della formazione manageriale.
Oggi, con questo articolo, inauguriamo una (speriamo) fortunata serie di recensioni sul sistema di controllo di gestione che sta prendendo piede in CN: per gli amici G.Ma.P., per tutti il Getting a Managerial Prospective.
Sviluppato in collaborazione con Cube Consulting, questo progetto risponde all’esigenza che avevamo già dettagliatamente spiegato: i nostri “capi” hanno deciso di diventare “manager” a tutti gli effetti e non fermarsi all’approccio day-by-day, passando ad un approccio razionale ed anticipatorio. Questo significa non più guardare per terra dove si mettono i piedi, ma alzare un occhio per vedere quanto sia lunga e dove conduca la strada che si sta percorrendo.

La necessità di questo cambiamento è particolarmente sentita dalle PMI italiane in questo difficile periodo: oramai arrivate alla seconda, alla terza ed, in alcuni casi, alla quarta generazione di imprenditori, queste imprese hanno una loro ben definita identità e delle precise competenze, ma si devono confrontare con un mondo che non è più quello in cui sono nate.
Nell’ambito della competizione internazionale, non basta la qualità del prodotto a renderle visibili, ma serve un efficace approccio al governo aziendale. Sopravvivere in uno scenario internazionale significa capire chi si è esattamente, di quali risorse si dispone ed organizzarle secondo una logica che ha le sue fondamenta negli strumenti del controllo di gestione. Un imprenditore che agisce con un atteggiamento del genere gioca d’anticipo sui problemi. E vince.
G.Ma.P. si propone di fare proprio questo e si compone di 3 fasi:


1)   EmployeeAnalysis: come razionalizzare ruoli e task rispetto ad un percorso di empowerment? come valutare l’employee satisfaction? come valutare la competence-map percepita?
2)   Budgetinge costing: quali sono i costi? come misurare le performance? come governare in via razionale ed anticipatoria l’azienda? come analizzare l'andamento dei risultati in relazione al budget? come evidenziare le responsabilità?
3)   Web-Experience: come creare una identità web coerente con l'immagine aziendale?  come creare relazioni dirette con i propri clienti? come raggiungere nuovi clienti e mercati? come aumentare l'engagement dei propri clienti?



I prossimi articoli analizzeranno le varie fasi del progetto, ora, invece, vi raccontiamo come è andata qui in CN.


Massimo Memmola, ricercatore e docente all’università Cattolica di Milano, è stato il referente principale in Cube Consulting di questo nuovo sguardo sul futuro. A lui abbiamo chiesto di rispondere a qualche domanda che possa far capire quanto questa non sia solo una questione di paroloni accademici, ma abbia a che fare con la vita di chi lavora in CN. Quindi… soffiamo via il fumo e vediamo l’arrosto!

·         Quali sono le caratteristiche che hanno permesso questo cambio proprio in CN? Ci sono stati problemi?
CN è oramai un’azienda “matura”, in quanto ha dei dati economici strutturati che possono essere più o meno facilmente organizzati in centri di costo e un processo produttivo stabile. Senza un sistema adeguato, però, questa struttura sarebbe data del tutto per scontata e questo non è quello che serve per poter guardare al futuro. Il primo passo per il cambiamento è stato quello di capire chi si è e come si è fatti, una sorta di studio anatomico dell’azienda. Se Silvio e Davide Cappi non si fossero messi in gioco, impegnandosi a riscoprire il luogo dove hanno da sempre lavorato, nulla si sarebbe potuto fare. I problemi sono stati innanzitutto legati al cosiddetto “way of thinking” dell’azienda, cioè al modo in cui si agisce e si guarda a se stessi. Più che veri e propri problemi, si sono verificate complessità: l’anatomia di CN, in effetti, si è rivelata più complicata di quanto previsto.


·       L’elemento personale che ruolo ha giocato?
È stato l’elemento decisivo: come ho detto prima, si parte dal cambiare il modo di pensare e di agire, quindi la disponibilità dei singoli è essenziale per implementare un sistema di controllo di gestione. Si deve costruire un gioco di squadra, dove tutti remano insieme nella stessa direzione.

·        Dove si vuole arrivare con questo progetto?
Con questo progetto si può e si deve arrivare molto lontano, perché con una logica manageriale ci si pone sullo stesso livello di gioco delle più grandi imprese europee. CN vuole arrivare ad essere competitiva non solo sul prodotto, ma anche sulle logiche di gestione.
Poter ampliare la schiera dei propri interlocutori senza essere in condizioni di inferiorità si rivela la carta vincente, ancor più in questo periodo di crisi.


·        In quanto tempo si avranno i risultati?
I risultati sono già tangibili: la conoscenza della struttura di costi dell’azienda è già patrimonio dell’amministrazione ed è in corso lo studio della capacità produttiva. E’ in atto una nuova strategia di web business e questo blog, insieme col sito e i social network, ne è la testimonianza. Come per tutte le buone auto,  perché il tutto sia a regime ci vorranno un paio di giri di pista.  Il sistema, comunque, verrà perfezionato di anno in anno, per adattarlo ai nuovi livelli raggiunti.

martedì 13 novembre 2012

La TRANCIATURA dell'essenza


Iniziamo oggi con una serie di articoli tecnici che, piano piano, ci introdurranno nella parte più “pratica” della nostra azienda e ci faranno scoprire i macchinari, sporcare (anche se solo idealmente) le mani e sentire, un po’ tutti, falegnami.

Per TRANCIATURA si intende il processo che riduce un tronco in lamine sottili, dai 3 ai 30 decimi di millimetro, una sfoglia più sottile della vostra pelle (secondo questa divertente scala dell'universo).Il nome deriva dal fatto che il tronco viene letteralemente "tranciato" da una lama, mobile o fissa a secondo i casi, in senso longitudinale.
Questo foglio viene poi utilizzato per "impiallacciare" un tipo di legno meno pregiato: questo consente una notevole riduzione dei costi e non per forza una diminuzione della qualità rispetto al mobile in massello. Ma di questo ne parleremo prossimamente.

Oggi ci vogliamo infatti concentrare sulle tecniche: tranciatura longitudinale, a quarti, derullato e a pendolo.

1) longitudinale (o all'italiana): il tronco viene tagliato a metà in due mezzelune e tranciato parallelamente ad una delle facce. Si ricava così un disegno, dato dalle venature del legno, detto fiammato.
2) a quarti (o francese): il tronco è tagliato in 4 parti, ogni quarto è poi tranciato parallelamente al suo raggio mediano (probabilmente l'immagine è più chiara di ogni spiegazione). Il foglio così ricavato avrà le venature tutte parallele e l'accostamento, in modi diversi, di questi fogli, potrà creare dei disegni molto particolari ed originali.




3) derullato: questo è uno dei due casi di tranciatura a lama fissa. Mentre per tutte le operazioni sopra, il tronco rimaneva fisso, in questo caso viene mosso, in particolare in senso rotatorio,  e avvicinato ad una lama. Si taglia, per così dire, a spirale. di solito si usa questa lavorazione per legni poveri, i cui stati sono poi utilizzati per la produzione di compensati e multistrati.
4) a pendolo: il secondo caso di tranciatura a lama fissa. In questo caso il tronco viene sempre fatto ruotare, ma non viene tagliato lungo tutta la circonferenza, ma secondo circonferenze più piccole, decentrate.
Questo tipo di lavorazione viene eseguito soprattutto su tronchi piccoli e di essenza pregiate: in questo modo, infatti, si riesce a sfruttare molto di più il legno, senza rovinarlo.

Per maggiori informazioni non esitate a contattarci, vi ricordiamo che siamo presenti anche su twitter e facebook! E il nostro sito è sempre a disposizione, in italiano e in inglese!

lunedì 5 novembre 2012

Internazionalizzazione

"è certamente vero che i nuovi analfabeti sono coloro che non conoscono l'inglese"
B. Severgnini

Si fa un gran parlare di quella che è l'internazionalizzazione delle imprese italiane. Banche, Camere di Commercio, Associazioni e tantissimi altri enti offrono un supporto per il suo sviluppo, l'argomento è dibattuto ed illustrato ampiamente nel web, come ad esempio in questo blog
Ognuno è libero di dire la sua a proposito, così anche noi di CN Arredamento facciamo sentire la nostra voce e chiediamo il vostro parere.
Questo strumento viene descritto come una vera e propria panacea alla crisi contemporanea, la porta spalancata che offre opportunità di sviluppo per l'impresa, il salvagente per chi si ritrova con l'acqua alla gola, la terra promessa degli affari... insomma, un toccasana che promette profitti, nuove idee, diversificazione dei rischi e una valanga di altri benefici.

Fino qui tutto bene. Senza nulla da obiettare, un'apertura al commercio globale potrebbe senza dubbio condurre le nostre piccole imprese ad un successo, letteralmente, mondiale.
Come tutte le medicine però, l'internazionalizzazione ha delle controindicazioni. O meglio, degli effetti indesiderati se assunta in dosi errate e senza il controllo del medico. 
Un'errato approccio all'estero, infatti, potrebbe avere un rapporto costi/benefici negativo. Detto in modo più famigliare, potrebbe essere un fiasco totale

Questo a causa, prima di tutto, della scarsa conoscenza dello strumento. Non si può pensare di trarre dei vantaggi con degli interventi spot e una politica senza fondamento. Serve una vera e propria cultura dell'internazionalizzazione, un piano d'azione prestabilito e adattato ai punti di forza dell'azienda che vuole promuoversi. Cioè serve capire con chi si sta parlando (e quindi capire che non tutti hanno lo stesso modo di pensare del nostro vicino di casa), conoscere i rischi, finanziari e non che si possono presentare sul mercato estero e tenere gli occhi puntati sull'obiettivo che si vuole raggiungere possono evitare che il salvagente si buchi e ci lasci colare a picco.


Tutte le imprese possono e devono addestrarsi all'uso di questo nuovo strumento, perché, indipendentemente dalla loro grandezza, il mercato estero offre un oceano di opportunità, che vanno sapute cogliere e sfruttate. Ancora una volta si parla di formazione, di conoscenza delle regole del gioco prima di iniziare la partita. Basta poco, un pizzico di  buonsenso e un aiuto qualificato. CN Arredamento Design sta iniziando il suo allenamento: piccoli passi, come l'inaugurazione del sito in inglese e la partecipazione a fiere internazionali, che segnano l'inizio di un nuovo way of thinking!