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martedì 30 luglio 2013

The future is here

Estate, tempo di viaggi e di nuove scoperte!
Ma prima di andare lontano, sappiamo già tutto di quello che ci sta vicino? Com'è fatta la sedia sulla quale siete seduti, chi si è inventato il mouse che tenete in mano, come è stata realizzata la biro che avete sulla scrivania? Insomma, da dove arrivano i prodotti che usiamo tutti i giorni?

Una bella opportunità per saperne di più (e magarai farsi un viaggetto) è la nuova mostra, allestita dal 24 di questo mese (è fresca fresca quindi!), al Design Museum di Londra: "The future is here".
"The future is here" si propone di spiegare come la "nuova rivoluzione tecnologica" del DIGITALE ha cambiato il modo di creare dei prodotti. Stiamo assistendo infatti, già da qualche anno, ad un cambiamento radicale del modo in cui si disegnano e si producono gli oggetti di ogni giorno. Questo cambiamento all'origine delle cose, ovviamente, sta avendo importante effetti anche sul rapporto tra i soggetti coinvolti (designer, produttori e consumatori) e sul mercato dei questi oggetti.

Cosa sta succedendo? La rivoluzione sta avvenendo su diversi piani.


Prima di tutto nella fase di IDEAZIONE: le nuove tecnologie 3D permettono di vedere delle cose che mai prima erano state possibili: basti pensare al rendering, ossia alla resa grafica di un ambiente piuttosto che di un prodotto. Questa capacità di "prevedere il futuro" permette al consumatore stesso di interagire nel processo di produzione e di dire la sua sul prodotto che poi è indirizzato proprio a lui. Spesso le nuove tecnologie sono associate ad un concetto di "democratizzazione" dell'informazione e di primo impatto sembrerebbe prorio così, se non che questa estrema liberalizzazione dei contenuti produce anche nuove forme di controllo e di "protezionismo" delle idee, software di proprietà e nuovi metodo di copyright che, al contrario di quello detto prima, rinforzano una relazione di vecchio tipo tra designer e consumatori. Ma non è sempre un ritorno al passato: anche in questo campo le tecnologie permettono la creazione di strumeni come le licenzeCreative Common, un ottimo esempio di come i nuovi strumenti creati per proteggere (giustamente!) le idee, possano essere flessibili e adatti al nuovo ambiente che si sta creando.

Si passa infatti da "All righ reserved" a "Some right reserved", in modo che le idee di tutti possano essere fonte di innovazione, anche attraverso piattaforme condivise di croudsourcing, dove l'apporto della comunità permette di ricavare soluzioni innovative. WikiHouse è un'altro esempio.


La seconda rivoluzione sta avvenendo a livello di PRODUZIONE: le nuove tecnologie sono la chiave per la semplificazione e il miglioramento del processo di produzione: in questo caso, la rivoluzione più grossa nel nostro settore, è stato l'avvento dei macchinari CNC (Computer Numerical Control - Controllo Numerico Continuo) che hanno facilitato e velocizzato la realizzazione di prodotti complessi e hanno permesso di raggiungere gradi di precisione sempre maggiori . Analizzeremo nel prossimo articolo il loro funzionamento, stay tuned!
In un'epoca dove la globalizzazione spinge la produzione in paesi dove il costo del lavoro è più basso, la ricerca tecnologica è alla base di una produzione di alta qualità e valore.
Oltre alle tecnologie CNC, una pratica sempre più diffusa è quella della stampa 3D, un sistema di produzione additivo che permette la realizzazione tridimensionale di un oggetto realizzato da un apposito software di modellazione.
Il digitale non solo permette di realizzare nuove forme, più ardite e più vicine ai nostri desideri, ma permette di modificare anche i materiali, creandone di nuovi, sempre più adatti alle esigenze del consumatore. Non si dovrà più adattare il progetto al materiale, ma ben presto si creeranno materiali adattati alle forme e alle funzioni che si vogliono ottenere.


"La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta. " diceva Isaac Asimov. Ora tocca a noi essere onesti e dare al computer gli input giusti perché possa rispondere alle nostre aspettative. 

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Summer time, it's time for travelling and discovering something new!
Before going far far away... have you ever wonder if you know all about the objects that are near to you? How is made the chair you are sitting on, who invented the mouse you are holding, how is constructed the pencil that lies on your table?

A good opportunity to discover something more (and also make a little trip) is this new exhibition, at the Design Museum in London"The future is here".
"The future is here" wants to explain what there "new DIGITAL revolution" has changed the way we are creating products. We are attending, for some years, a radical change in the way things are designed and produced. This change at the origin of the products, obviously provides a shift in the way products are sold and consumed and in the way people involved (designers, producers and consumers) interact.

What's happening? This revolution is occurring on different levels.


First, in the IDEATION level: new 3D technologies  allows people to see things as never before. Just think to the rendering, the process of generating an image from a model: you can create 3D objects and spaces, rotate them and see any particular from any angle. This ability to "predict the future" is useful to the customer him/herself, because in this way he/her can interact directly in the production process.
Often the new technologies are associated to a "democratization" of information and, at the first sight, it seems like that. But these extreme liberalization on contents leads also to new types of control and "protectionism" of ideas, proprietorial software and new copyright models that, contrary of what said before, reinforce a "old type" relationship designer-customer. However there is not always a "back-to-the-past" solution. Technologies, indeed, help us to create new instruments, like Creative Common licenses, that protect ideas but are enough flexible to adapt to the new market. In fact, they go from "All right reserved" to "Some right reserved": in this way everybody can have access an be source of innovation, also on croudsourcing platforms, that is the way ideas, products and contents are creating soliciting contributions from a large public. WikiHouse is another example.




Secondly, the revolution in happening at a PRODUCTION level: new technologies are the key to simplify and improve the productive path. The biggest innovation in our sector is introduction and the improvement of CNC machines (Computer Numerical Control) that make the process of realizing a product much more simple and fast,  besides reaching highest grade of precision. We are going to talk about CNC machines next time, stay tuned!
Although globalisation has been responsible for driving some production towards countries with the lowest labour costs, investing in research and development is making sure that new technologies and innovations are applied to high value manufacturing industries.
Over and above CNC technologies, a practice that is more and more spread, is that of 3D printing, a production system that can realize three-dimensional objects from a modeling software.
Digital technologies not only provides the ways to realize new forms, but they also create new materials, that adapt to the purpose o the object and the environment.

"Part of the inhumanity of the computer is that, once it is competently programmed and working smoothly, it is completely honest."  said Isaac Asimov. Now it's our turn to be honest and give the computer the right input to create something that fits to our desires. 

giovedì 16 maggio 2013

Al SALOON con DAVIDE!

Lo riconoscete? Se siete mai passati in CN, l'avrete sicuramente incontrato!
Oggi Davide Cappi è con noi ai Saloon di CN, nella prima intervista della sua vita!

Ciao Davide, presentati al nostro pubblico!
Sono Davide Cappi, sono socio della ditta CN Arredamento. Ho iniziato a lavorare nella ditta di famiglia nel 1986, poi nel 1991 io e mio fratello Silvio, abbiamo ritirato CN . Partendo da una piccola bottega in affitto a Giussano, siamo passsati in un capannone più grande ed ora abbiamo spostato la produzione qui a Carugo, nel nuovo capannone.



Qual'è il tuo ruolo in azienda?
In realtà copro più ruoli! Faccio un po' di tutto, dò una mano in tutti gli uffici e in produzione. Lavoro da una posizione di comando, i miei colleghi mi chiedono tante cose, anche perché ho un po' di esperienza. Anche dall'esterno mi tengono come punto di riferimento.

Hai sempre fatto questo lavoro?
Sì, sono partito come falegname e poi ho svolto varie mansioni. Un po' mi manca lavorare in falegnameria. Però ultimamente mi trovo bene anche in ufficio, perchè svolgo tanti lavori da solo e non devo dipendera da nessuno, quindi posso dire di essere contento di tutto il cammino che ho fatto.


Come sono i rapporti con i fornitori e i clienti?
Sono buoni., non tutti mantengono le promesse che fanno, ci sono tanti ritardi... Ma è sempre stato così, non è questione di crisi, qualcuno è molto bravo, ma alcuni (sempre gli stessi) sono sempre in ritardo!


Cosa ti piace del tuo lavoro?
C'è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Mi è sempre piaciuto lavorare nel mondo del legno, in falegnameria c'è sempre qualcosa da imparare.

Cos'ha di speciale CN Arredamento?
Che riesce a fare un po' di tutto. Lavoriamo diversi materiali legnosi e poi siamo molto flessibili, dalla serie al personalizzato. Per questo abbiamo sempre avuto lavoro, anche in questo periodo di crisi.
Bisognerà sempre fare un po' di  tutto, soprattutto col mercato che c'è ora... magari specializzarsi più sull'arredamento speciale. Le commesse non mancano, mancano gli uomini con le capacità tecniche. Non ci sono scuole fuori che formano, bisogna fare tanta esperienza. Non credo che le macchine possano essere un'alternativa, però penco che il lavoro dell'ufficio tecnico, come fare bene i disegni e programmare la produzione, potrà semplificare le cose, ma la manodopera specializzata è imprescindibile.
Qui in CN abbiamo alcune persone molto brave e altre sono arrivate qui per crescere e vedo che lo stanno facendo.

Cosa fai nel tuo tempo libero?
Tempo libero? E' pochissimo! Mi piace stare con i bambini e farli giocare, portarli a calcio. Faccio una vita normalissima. Aiuto in oratorio, mi piace fare volontariato per gli altri.

Un grazie a Davide e apresto!



lunedì 11 marzo 2013

Dal tronco... al massello!

Buongiorno e buon lunedì a tutti!
Oggi torniamo in pista con la nostra rubrica dedicata ai tecnici e parliamo di... LEGNO MASSELLO.

Dicesi legno massello quella porzione di legno estratta dalla parte più interna e densa del tronco (il cui nome è durame), ovvero quella meno giovane rispetto all'alburno, da cui solitamente si ricava l'impiallacciatura, come già visto qui e qui.

Per arrivare al materiale che viene poi lavorato dai falegnami però, non basta tagliare un tronco, ma occorre prendersene cura in modo che non "soffra" il passare del tempo e l'aggressione degli agenti atmosferici.

Dopo essere passato da un centro di scortecciatura, il tronco può essere segato un vari modi, a seconda della sua grandezza. La segatura impone una particolare attenzione a chi la esegue, perché il risultato finale deve essere omogeneo e privo di spaccature o nodi. Questi sono per lo più presenti nella parte centrale del legno, dalla quale in generale si ottiene il materiale più "difettoso" e destinato alla costruzione.


 Curiosità: cosa sono i nodi e come si formano? I nodi altro non sono che residui della crescita dei rami: questi infatti si sviluppano dal midollo, ossia dalla parte più centrale del tronco. Una volta che l'albero cresce, gli strati successivi si sovrappongono e coprono i nodi, che rimangono quindi dei "tappa-buchi" all'interno della struttura del legno. Per questo motivo spesso si staccano e creano dei buchi o delle imperfezioni.




Il risultato della segatura sono: travi, morali, tavole o listelli, a seconda della loro forma e/o misura.
Si dividono in diverse classi:
- Classe A: a spigolo vivo;
- Classe B: a spigolo tondo;
- Classe C: a spigolo sgrossato.

Nella figura qui a fianco si possono vedere i diversi tagli di legno massello in commercio.

Ma prima di essere venduti, questi segati devono subire dei trattamenti. Occorre infatti ricordare che il legno "vergine" (ovvero il tronco appena tagliato) ha un'umidità che è circa del 40-50%; prima di essere lavorato deve quindi essere essiccato, naturalmente al chiuso o in particolari essiccatoi, con condizioni di atmosfera controllata. In questo modo l'umidità del legno si abbassa fino al 12 - 20%.  Si parla qui di stagionatura del legno.


La perdita di umidità causa un ritiro del legno, più sul raggio del tronco che non nella sua lunghezza.
L'umidità persa però, può essere recuperata dal materiale, se non sottoposto ad opportuno trattamento, e quindi causare una ri-espansione.

A questo punto bisogna intervenire per proteggere il legno da insetti o muffe, con opportune protezioni chimiche. Esiste però un particolare tipo di stagionatura, contraddistinta dal marchio KVH (Konstruktionvollholz) che evitano questo ulteriore processo di protezione, attraverso una riduzione ancora maggiore dell'umidità, attorno al 15%.

Terminata l'essiccatura, i segati vengono di norma venduti direttamente; piallati e rifilati nelle dimensioni standard, selezionati, stampigliati e legati in pacchi.

Il massello presenta alcuni vantaggi rispetto al lagno impiallacciato:
- ecologico: è un prodotto rinnovabile e riciclabile, con caratteristiche importanti per la bioedizilia.
- duraturo: se trattato opportunamente e periodicamente curato, il materiale di prima scelta ha una lunga vita.
- pregiato: ma sicuramente più caro!
- resistente e flessibile: essendo un materiale "vivo", risponde alle sollecitazioni dell'ambiente.
D'altra parte bisogna fare attenzione a:
- scegliere del materiale di ottima qualità.
- trattarlo con particolari mordenti, vernici, olii o resine.

Un limite importante del legno massello è quello dovuto alle dimensioni: il problema può sempre essere ovviato con la tecnica della giuntura a pettine o ricorrendo a del legno lamellare.


lunedì 18 febbraio 2013

La GIUNTATURA del TRANCIATO

Gioite gioite, amanti delle tecniche di falegnameria!
La nostra rubrica è di nuovo "on the blog", dopo un inizio anno un po' in sordina.

Ripendiamo il discorso da dove eravamo rimasti: il tranciato di legno, risultato della tranciatura, si adagia sui nostri mobili tramite il processo dell'impiallaccialura. Ma cosa succede quando il foglio non è abbastanza grande: facile, come già detto si passa all'aggiuntura, ossia alla giuntura dei vari fogli di tranciato tra di loro. I metodi con cui questo processo è attuato, saranno approfonditi in un prossimo articolo, per oggi ci divertiamo con le forme e i colori e vediamo come questi fogli possono essere assemblati.
In genere i fogli vengono venduti a pacchi di 24/32 fogli, dipendentemente dallo spessore e dal tipo di legno; questi fogli sono contigui, ovvero ricavati dalla stessa parte del tronco, sia esso il cuore (dal colore più scuro) o l'alburno (la parte più esterna e chiara).

Un primo metodo è quello detto a libro o cattedrale: il foglio di tranciato fiammato, ovvero quello con un disegno a fiamma, derivato da un tipo di taglio longitudinale, viene accostato ad un foglio con lo stesso disegno ma rovesciato. In pratica i due sono uno il simmetrico dell'altro. 



Questo tipo di aggiuntura è uno dei più pregiati.

Un altro metodo è quello di giunta a correre

i fogli vengono semplicemente accostati tra di loro, senza capovolgerli. E' una tecnica che si usa soprattutto per il tranciato rigato, in modo da ottenere un effetto omogeneo. Di solito vengono applicate delle colorazioni naturali a questi tranciati. Proprio per un problema di tinta, i fogli risultano girati tutti dalla stessa parte: girandoli sull'altra faccia, infatti il colore potrette risultare diverso.

Vediamo poi la giunta dogata:

il nome deriva dalle doghe del parquet e il foglio di tranciato in questo caso viene prima sezionato, poi giuntato senza rispettare un ordine o un disegno preciso. Il risultato è un foglio con un disegno misto, venature diverse e anche un colore disomogeneo. 
La casualità degli accoppiamenti gli è valsa il nome di giunta random, ossia casuale.



Ci sono poi molti altri modi per giuntare i fogli di tranciato, a seconda del disegno che si vuole creare, come a diamante, a diamante rovesciato, sole, scatola... Ognuno ha la sua particolarità e donano tutti un effetto molto ricercato ai vostri mobili.

Tutto chiaro? Alla prossima puntata!



mercoledì 30 gennaio 2013

Wood SLICING


Hi everybody!
As we have wrote in the first article of this year (you can find it here), we wanted to improve our international side, also by making available articles in English, for all our foreign online visitors.. So, here we go!
First of all, I'm going to translate the articles speaking about techniques.

Wood SLICER machine, is a device that, from an entire log, obtains sheets of wood, from 0.3 to 3 millimeters thick. If you think about that, it's a very precise and delicate processing, as the sheet can be thinner than your skin! (take a look at this scale of the universe, just to be aware of the dimension we are talking about). The name of this machine come from the fact that the piece of wood is literally sliced by a putting it on a lathe, with a fixed or moving blade. This sheet will be used, then, for the veneering process, that creates furniture at a lowest cost, but not always at a lowest quality, as we'll see soon.

Now we are going to describe some cuts and their result.

1) lengthwise cut (also said italian): the log is cut in the middle and the slicing is made parallel to the plane face. The result is a variegated figure, called flame or cathedral (you can easily see why!)


2) quarter slicing (or french slicing): in this case, the log is cut in 4 pieces and every piece is sliced parallel to the annual growth rings of the three (probably the image will explain much better then the worlds). The resultant sheet will have a straight grain appearance.


3) rotary cut: this is one of the two cases of slicing with a fixed blade. In the examples we have just spoken about, the wood was fixed, while here it rotates and comes nearer to the blade. if you can imagine it, it's like a spiral slicing. This kind of slicing is used for poor wood, that can be used afterwords for plywood and multi-ply.
4) half-round slicing: here is the second type of slicing with a fixed blade. As the rotary cut, the log rotates on itself, but it is not sliced all along its circumference, but on an arc parallel to the center of the log. 
This type of slicing is made on very precious essences and on small logs: in this way the wood don't get damaged and there are very few residuals.

Every type of cut gives the wood a very particular appearance; the sheets can the be combined as you like and create million of different patterns.
If you need some more information, don't hesitate to contact us!
I remember you that you can find us also on twitter and facebook! Our web sito is alwais available, both in English and in Italian language!

lunedì 21 gennaio 2013

Un buon 2013




Buongiorno a tutti e bentrovati! Il Blog di CN Arredamento Design riapre le sue porte dopo le meritate vacanze (sempre troppo corte) ma il fatto che fin le visualizzazioni siano state più di 2000, in pochi mesi di attività, ci dà la giusta carica per questo nuovo anno!

Che programmi avete per il 2013? In questo mese si sta cercando, qui in CN, di trovare il giusto calibro per i mesi che verranno, guardadoci intorno e indietro, perché, come ricorda il vecchio Rafiki e il più giovane Max Pezzali "RICORDATI CHI SEI"!


Per quanto riguarda questa rubrica, le idee e i buoni propositi abbondano. Ci siamo promessi infatti di:
- creare una rubrica GGD: giovani/grandi designer;
- continuare gli articoli tecnici che riguardano le lavorazioni del legno;
- crescere sui social network;
- tradurre gli articoli in inglese (so che alcuni di voi lettori ne saranno lieti... don't you?);
- approfondire le analisi gestionali;
- cercare di definire le altre idee che frullano nell'aria dei nostri uffici.
I buoni propositi sono molto più numerosi: essere simpatici, accattivanti, moderni, attenti allo Zeitgeist (per chi non lo conoscesse, eccolo qui), europei, mondiali (ma prima di tutto italiani!), roundhead e un po' cavalier ...
E voi invece? Nuovi progetti per l'anno nuovo o vecchi progetti ancora da concludere?

lunedì 26 novembre 2012

L'IMPIALLACCIATURA

Ecco il secondo degli articoli tecnici: oggi parleremo dell'impiallaciatura, quell'utilissimo processo che vi permette di avere mobili restistenti, belli e stabili ad un prezzo più contenuto dei mobili in massello.
Come si fa? Ma semplicissimo.

Prima di tutto andate a rivedervi il capitolo della tranciatura dell'essenza, che vi spiegherà come si passa dall'albero vero e proprio all'impiallacciatura, in modo semplice e chiaro.
In secondo luogo, un chiarimento é necessario: il termine impiallacciatura deve riferirsi solo al rivestimento fatto col tranciato di legno (detto appunto piallaccio) e non a tutte le ricoperture di legni non pregiati. Queste infatti possono essere anche fatte con resine melamminiche, di cui parleremo sicuramente, ma non ora.

Domande?
Ora possiamo vedere cosa succede al nostro foglio di legno tranciato. Una volta pronto, viene essiccato meccanicamente e a volte anche appositamente stirato, proprio come vostra mamma (o vostra moglie) farebbe con le vostre camicie, in modo che quando le indossiate non si vedano tutte quelle terribili d inestetiche pieghette.
I forgli devono poi essere sottoposti ad una intestatura e a una rifilatura, cioè a dei tagli parpendicolari e paralleli alla vena del legno per rendere i bordi omogenei.


 Ora che i fogli sono pronti, possono essere giuntati tra di loro, in modo da ottenere pannelli più grandi. L'aggintura avviene "a filo", "a colla" e "a carta". Nel primo e nel secondo caso, il filo termocollante o la colla uniscono i bordi tra di loro, mentre il terzo metodo è quello utilizzato per gli intarsi, quindi per unire diverse essenze e creare un disegno.
In ogni caso, la precisione è essenziale. Il disegno creato dalle venature del legno dipende infatti dal modo in cui questi fogli vengono incollati tra di loro: a libro, a correre... Qui a finaco alcuni esempi.


Questi fogli vengono poi incollati con speciali colle e appositi attrezzi ai pannelli di legno meno pregiato.






Il risultato?
 Mobili stabili, con minori rischi di attacchi di tarli e più omogenei nella produzione in serie, con la possibilità di una cura e scelta del disegno delle parti in legno pressoché infinita, limitata solo dalla nostra immaginazione (e dal progresso della tecnica).

Senza contare che si sta anche attenti all'ambiente, poiché si riescono a realizzare molti più mobili, respondendo alle esigente di uno sfruttamento eco-compatibile delle risorse legnose.


Una curiosità: l'impiallacciatura è utilizzata fin dal Rinascimento. Ovviamente non esistevano le macchine di adesso e le lastre di legno erano molto più spesse. Questa loro caratteristica può essere utile per individuare l'epoca di costruzione del mobile ed evitare di acquistare falsi!




martedì 13 novembre 2012

La TRANCIATURA dell'essenza


Iniziamo oggi con una serie di articoli tecnici che, piano piano, ci introdurranno nella parte più “pratica” della nostra azienda e ci faranno scoprire i macchinari, sporcare (anche se solo idealmente) le mani e sentire, un po’ tutti, falegnami.

Per TRANCIATURA si intende il processo che riduce un tronco in lamine sottili, dai 3 ai 30 decimi di millimetro, una sfoglia più sottile della vostra pelle (secondo questa divertente scala dell'universo).Il nome deriva dal fatto che il tronco viene letteralemente "tranciato" da una lama, mobile o fissa a secondo i casi, in senso longitudinale.
Questo foglio viene poi utilizzato per "impiallacciare" un tipo di legno meno pregiato: questo consente una notevole riduzione dei costi e non per forza una diminuzione della qualità rispetto al mobile in massello. Ma di questo ne parleremo prossimamente.

Oggi ci vogliamo infatti concentrare sulle tecniche: tranciatura longitudinale, a quarti, derullato e a pendolo.

1) longitudinale (o all'italiana): il tronco viene tagliato a metà in due mezzelune e tranciato parallelamente ad una delle facce. Si ricava così un disegno, dato dalle venature del legno, detto fiammato.
2) a quarti (o francese): il tronco è tagliato in 4 parti, ogni quarto è poi tranciato parallelamente al suo raggio mediano (probabilmente l'immagine è più chiara di ogni spiegazione). Il foglio così ricavato avrà le venature tutte parallele e l'accostamento, in modi diversi, di questi fogli, potrà creare dei disegni molto particolari ed originali.




3) derullato: questo è uno dei due casi di tranciatura a lama fissa. Mentre per tutte le operazioni sopra, il tronco rimaneva fisso, in questo caso viene mosso, in particolare in senso rotatorio,  e avvicinato ad una lama. Si taglia, per così dire, a spirale. di solito si usa questa lavorazione per legni poveri, i cui stati sono poi utilizzati per la produzione di compensati e multistrati.
4) a pendolo: il secondo caso di tranciatura a lama fissa. In questo caso il tronco viene sempre fatto ruotare, ma non viene tagliato lungo tutta la circonferenza, ma secondo circonferenze più piccole, decentrate.
Questo tipo di lavorazione viene eseguito soprattutto su tronchi piccoli e di essenza pregiate: in questo modo, infatti, si riesce a sfruttare molto di più il legno, senza rovinarlo.

Per maggiori informazioni non esitate a contattarci, vi ricordiamo che siamo presenti anche su twitter e facebook! E il nostro sito è sempre a disposizione, in italiano e in inglese!